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Centro Assistenza Tecnica
Caldaie e condizionatori per Reggio Emilia e provincia

Pubblicato nella Gazz. Uff. 27 dicembre 1996, n. 302, S.O.

D.P.R. 15 novembre 1996, n. 660

Regolamento per l'attuazione della direttiva 92/42/CEE concernente i requisiti di rendimento delle nuove caldaie ad acqua calda, alimentate con combustibili liquidi o gassosi.

La caldaia è il cuore dell'impianto di riscaldamento. E' al suo interno che il combustibile viene bruciato per scaldare un fluido termovettore (acqua o aria), che tramite l'impianto permette di trasferire il calore all'ambiente abitativo.

Generalmente la caldaia è costituita da:

  • • un bruciatore che miscela l'aria con il combustibile e alimenta una camera di combustione;
  • • una camera di combustione, nella quale vengono prodotti i gas caldi che, passando attraverso una serie di tubi, riscaldano l'acqua dell'impianto;
  • • un involucro di materiale isolante protetto da una lamiera.

L'energia contenuta nel combustibile viene in parte:

  • • trasferita al fluido termovettore;
  • • dispersa con i gas di scarico attraverso il camino;
  • • dispersa dal corpo stesso della caldaia.

Una caldaia ad alta efficienza è una caldaia in cui la quasi totalità (oltre il 90%) dell'energia contenuta nel combustibile viene trasferita al fluido termovettore.

L'efficienza di una caldaia viene quantificata con il rendimento di combustione, che rappresenta la percentuale dell'energia derivante dalla combustione trasferita al fluido termovettore. Ad esempio, in una caldaia che ha un rendimento dell'85%, il 15% dell'energia contenuta nel combustibile va perso. In altri termini, maggiore è il rendimento della caldaia, maggiore è il risparmio di combustibile, il che si traduce in un risparmio energetico ed economico.

Le caldaie tradizionali sono dotate di un bruciatore in cui l'aria comburente viene convogliata con un flusso costante. Hanno un rendimento medio che si aggira intorno all'85% - 86%; nei periodi meno freddi, quando non viene erogata tutta la potenza disponibile, l'efficienza decade in maniera significativa perché, non avendo un controllo significativo dell'aria comburente, la combustione non avviene nelle condizioni ottimali, di conseguenza si avrà un aumento proporzionale del consumo di combustibile.

Le caldaie possono essere classificate secondo la loro efficienza energetica. Tale distinzione è definita nel D.P.R. 660/96, regolamento di attuazione della direttiva 92/42/CEE. Il regolamento definisce, in base alla potenza nominale, 4 classi di rendimento delle caldaie:

  • a 1 stella
  • a 2 stelle
  • a 3 stelle
  • a 4 stelle

Le caldaie a 4 stelle hanno i più alti rendimenti di combustione, sia alla potenza termica massima (potenza nominale) sia al 30% della potenza nominale. In altri termini, permettono il più elevato risparmio energetico realizzabile.
Le caldaie ad alto rendimento oggi disponibili sul mercato sono delle seguenti tipologie:

L'installazione di una caldaia ad alto rendimento richiede un maggior investimento iniziale, ma il maggior risparmio nel medio-lungo termine consente di ammortizzare l'investimento iniziale.

Caldaie a premiscelazione

Le caldaie a premiscelazione sono dotate di un particolare bruciatore in cui la combustione avviene sempre in condizioni ottimali, grazie al perfetto bilanciamento fra gas metano (combustibile) ed aria comburente.
In questo modo, il rendimento si mantiene costante al di sopra del 90% a qualsiasi potenza (quindi anche nei periodi non particolarmente freddi, quando cioé la potenza necessaria è minore di quella nominale).
La tecnologia a premiscelazione, garantendo rendimenti elevati su tutto il campo di modulazione assicura un consumo inferiore del 15% rispetto a una caldaia tradizionale, con conseguente risparmio economico e basse emissioni di sostanze inquinanti.

Caldaie a condensazione

Le caldaie a condensazione sono attualmente quelle con la tecnologia più avanzata: in pratica, quanto di più efficiente possa fornire il mercato. La tecnologia utilizzata permette di recuperare parte del calore contenuto nei gas di scarico sotto forma di vapore acqueo, consentendo un migliore sfruttamento del combustibile e quindi il raggiungimento di rendimenti più alti.
Nelle caldaie tradizionali i gas combusti vengono normalmente espulsi ad una temperatura di circa 110°C e sono in parte costituiti da vapore acqueo. Nella caldaia a condensazione, i prodotti della combustione, prima di essere espulsi all'esterno, sono costretti ad attraversare uno speciale scambiatore all'interno del quale il vapore acqueo condensa, cedendo parte del calore latente di condensazione all'acqua del primario. In tal modo, i gas di scarico fuoriescono ad una temperatura di circa 40°C.
La caldaia a condensazione, a parità di energia fornita, consuma meno combustibile rispetto ad una di tipo tradizionale. Infatti, la quota di energia recuperabile tramite la condensazione del vapore acqueo contenuto nei gas di scarico è dell'ordine del 16-17%.
Le caldaie a condensazione esprimono il massimo delle prestazioni quando vengono utilizzate con impianti che funzionano a bassa temperatura (30-50 °C), come ad esempio con impianti a pannelli radianti.

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D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 (GU 14 ottobre 1993, n. 96)

Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10.

Questo documento è un estratto del testo definitivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a mezzo stampa, che prevale in caso di discordanza

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D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 551 (GU 6 aprile 2000, n. 81)

Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia.

Questo documento è un estratto del testo definitivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a mezzo stampa, che prevale in caso di discordanza

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